Quando penso alla visione sana del volo in parapendio, mi viene in mente il sorriso di Umberto Bentifeci, un grande pilota, appassionato del nostro mondo che con enorme entusiasmo non si stanca mai di trasmettere a tutte le persone che lo circondano, alcuni dei valori più importanti di questo sport: amicizia, condivisione, divertimento.
Nato ai piedi del monte Giano, nella piccola località di Antrodoco, fin da piccolissimo, Umberto Bentifeci sogna di volare costruendo ali per la sua bicicletta e progettando deltaplani volanti. A 18 anni, spinto dal desiderio di staccare i piedi da terra, Umberto decide di contattare la scuola Prodelta di Claudio Papa per seguire un corso di Parapendio che purtroppo, causa obblighi di leva, abbandona poco dopo. Durante il periodo del militare, Umberto continua ad alimentare la sua passione studiando la teoria come autodidatta dal libro “Volare in parapendio” ed esercitandosi, facendo “campetto”, con una vela acquistata da un mercatino dell’usato.
Qualche anno dopo, grazie ad un passaparola tra amici, Umberto scopre un gruppo di piloti che praticano il volo libero nella zona del Gran Sasso, conosce Danilo Angius e decide di aggregarsi agli allievi del suo corso, migliorandosi ma soprattutto iniziando ad appassionarsi al maestoso territorio del Gran Sasso, un massiccio che continua e continuerà a fare da cornice alle sue giornate di volo in parapendio.
1/5. Umberto, fin dal nostro primo incontro, mi hai sempre trasmesso tanta energia positiva ma soprattutto una grande passione per il Gran Sasso, come nasce questo amore e soprattutto come ti sei avvicinato al volo in parapendio?
L’amore che ho per il territorio è legato principalmente alla passione e rispetto che provo nei confronti della natura, il parapendio mi ha “semplicemente” dato l’opportunità, il privilegio, di aprire gli occhi e vivere questi ambienti in modo diretto, con attenzione e senza filtri: l’umidità del terreno, l’intensità del vento, il volo dei grifoni che segnalano le correnti ascensionali, il profumo della vegetazione, la posizione del sole rispetto ai versanti montuosi, sono tutti elementi che fanno parte del volo in parapendio in modo assolutamente viscerale.
L’energia che trasmetto e con cui vivo questo sport, la devo principalmente alla convinzione e alla consapevolezza di essere un privilegiato sia per il fatto di riuscire a volare con una macchina incredibile e sia perché posso vivere in un contesto cosi bello come quello del Gran Sasso, una montagna vera, severa, che offre ogni giorno una sfida diversa e che mi fa sentire vivo.
Ecco, a mio modesto parere, andando avanti negli anni abbiamo un pò perso questa “fame” di conoscenza e quel clima di festa che si respirava…
Umberto Bentifeci – Il Supereroe del volo
2/5. Cosa ne pensi dell’evoluzione che ha vissuto e continua a vivere il nostro sport?
Si potrebbe parlare molto di questo tema, personalmente vedo due aspetti principali, uno emozionale, legato al modo di vivere il volo in parapendio da parte dei piloti: negli anni ’90 rispetto ad oggi, le informazioni circolavano con difficoltà e la possibilità di aggregarsi, fare gruppo, era quasi una necessità per riuscire a scoprire qualche info in più, magari proprio grazie all’amico dell’amico! Ecco, a mio modesto parere, andando avanti negli anni abbiamo un pò perso questa “fame” di conoscenza e quel clima di festa che si respirava stando tutti insieme mentre sperimentavamo il volo in parapendio, come dei veri supereroi.
L’altro aspetto è ovviamente quello tecnologico: volare in parapendio fino a qualche anno fà, era molto più rischioso, le vele erano meno sicure, gli imbraghi non proprio comodissimi e i materiali pesanti. Fino a 10 anni fà, un pilota medio si portava sulle spalle 20/22kg, oggi abbiamo la fortuna di poter scegliere tra numerose tipologie di parapendio, vele da XC, vele leggere da H&F, vele tuttofare, vele da gara e lo stesso vale per gli imbraghi che con il passare del tempo sono diventati sempre più comodi e specifici per la categoria preferita.
3/5. Ho sempre apprezzato la tua visione del volo in parapendio, lontana dalle competizioni e più vicina alle persone con cui condividiamo emozioni, ma come nasce questo tuo modo di vivere il volo e cosa ti ha regalato nel tempo?
Qualche esperienza in gara l’ho avuta ma ho sempre partecipato con il solo scopo di migliorarmi, lasciando fuori l’aspetto competitivo. Riguardo al mio approccio, non ci ho lavorato. Per me, volare in parapendio è uno stile di vita, fa parte del mio modo di essere, del mio carattere. In generale, come persona mi piace stare in mezzo alla gente e anche nel parapendio, amo circondarmi di persone e nuovi amici che con la loro energia, riescono a trasmettere quell’entusiasmo iniziale, puro e spontaneo che di fatto, rinnova anche il mio.
Spesso, l’errore comune, è quello di comprare il “velone” con la convinzione di volare meglio, ritrovandosi poi a pilotare una vela con difficoltà/paura perché fuori dalle proprie capacità.
Umberto Bentifeci – Il Supereroe del volo
Pensando invece ai frutti, raccolti nel tempo grazie a questo mio approccio, riporto sicuramente la collaborazione con Antonio Squaquara di InfinityFly, una partnership concretizzata, partendo da una storia di amicizia cresciuta e coltivata negli anni.
4/5. Quale consiglio daresti ad un pilota neo-brevettato che decide di iniziare a fare voli XC?
Il consiglio che mi sento di dare sui voli di cross è quello di concentrarsi su due aspetti fondamentali: uno tecnico e uno emotivo. Lato tecnico, il pilota, deve conoscere bene la vela, velocità minima, avere un buon controllo, salire benissimo in termica e imparare ad atterrare in spazi piccoli, senza manica a vento. Ci sarebbero anche altre cose ma questa, a mio avviso, è la base per non mettersi nei “casini”.
Aspetto emotivo, capire i propri limiti, fare attenzione all’effetto gruppo ma anche al confronto con piloti più esperti (“lo ha fatto lui, lo faccio pure io”), perchè magari il pilota esperto prende delle decisioni, consapevole dei rischi che si sta assumendo.
Infine, riporto uno dei consigli più importanti per volare sereni e lontani: fidarsi al 100% della propria attrezzatura. Quest’ultimo, può sembrare un consiglio banale ma spesso, l’errore comune, è quello di comprare il “velone” con la convinzione di volare meglio, ritrovandosi poi a pilotare una vela con difficoltà/paura perché fuori dalle proprie capacità.
5/5. Inevitabilmente ad ognuno di noi capita prima o poi di fare qualche errore, grande o piccolo che sia, purtroppo come recita il proverbio: sbagliando si impara, hai mai sbagliato qualcosa? Come hai affrontato queste difficoltà?
Nel 1998, ho avuto un incidente in atterraggio. A causa di un errore di valutazione, ho preso un cavo del telefono e sono finito a terra facendomi tanto male. Subito dopo l’incidente ho avuto paura e per tornare in volo ci ho messo molto tempo. Grandissimo aiuto è stato quello di mia moglie (all’epoca fidanzata) che mi ha sempre supportato e aiutato.
Quando volo con la mia vela, se vedo che la giornata non mi piace o che sto per infilarmi in una situazione rischiosa, preferisco fare un passo indietro, garantendomi di continuare a volare per ancora tanti, tantissimi anni.
Umberto Bentifeci – Il Supereroe del volo
Oggi, se sono il pilota che sono, lo devo in parte anche a questo brutto capitolo della mia carriera sportiva che mi ha aperto gli occhi e reso consapevole del fatto che volare non è mai scontato ma soprattutto, non è affatto difficile prendersi una grande paura e regredire.
Ad oggi, quando volo con la mia vela, se vedo che la giornata non mi piace o che sto per infilarmi in una situazione rischiosa, preferisco fare un passo indietro, garantendomi di continuare a volare per ancora tanti, tantissimi anni.
Buon Vento da Umberto Bentifeci
Qualche foto dall’archivio di Umberto:
SOTTOVENTO è una rubrica creata e scritta da me, Danilo Giagnoli, con l’aiuto di Stefano Gigli e la partecipazione di tutti i piloti intervistati. Questo progetto è sostenuto e promosso, grazie al contributo prezioso di Eagles Point di Massimiliano Travaglini e, naturalmente, dalla vostra costante attenzione (un immenso grazie a tutti voi!).