Continua la mia esplorazione del Parco nazionale della Majella, il secondo massiccio montuoso più alto degli Appennini continentali dopo il Gran Sasso.
E’ una bella giornata autunnale mentre mi incammino, insieme al mio amico Adorjan, lungo la via di Fonte Romana (pochi km da Campo di Giove).
Il sole è appena sorto e alcune zone attorno a noi sono ancora in ombra, si respira una sensazione di tranquillità e magia.
Assimilando l’energia dell’ambiente attraversiamo i silenzi di una faggeta e continuiamo a seguire il sentiero P4. La salita è abbastanza dolce, facciamo attenzione ad i segni che ogni tanto scompaiono e dopo qualche km usciamo dal bosco e procediamo in direzione del Fondo di Majella (2593 m). Qui decidiamo di fare una breve pausa, mangiamo qualcosa e ammiriamo il panorama sulla Piana di Sulmona, Pacentro, il Gruppo del Monte Morrone e una parte dei monti del PNALM.
Dopo la breve sosta, scendiamo verso la valle di Femmina Morta, un altopiano molto esteso, la sensazione è quella di trovarsi nel bel mezzo di un deserto dal grande fascino contemplativo. Attraversiamo il lago, oggi completamente asciutto e ci prepariamo per l’ultimo grande strappo di questa escursione.
La salita è davvero tosta, il respiro affannato e il caldo inizia a farsi sentire, Adorjan mi precede, lo seguo a fatica, il pendio è molto ripido e guardare in alto cercando la fine non aiuta, meglio guardare sotto e godere dei metri guadagnati. La marcia è lenta ma costante e dopo tanta fatica intravedo finalmente la cima e il rosso del bivacco Mario Pelino, è fatta!
Il panorama è incredibile, da qui è ben visibile il Pescofalcone, il monte Sant’Angelo, l’immensa valle di Femmina Morta e buona parte del parco della Majella.
Di fronte a tanta bellezza, ci godiamo un po’ di meritato riposo e mangiamo qualcosa avvolti nella quiete di questo momento.
Conclusa la pausa riprendiamo il cammino verso Passo S.Leonardo. Per la discesa abbiamo deciso di chiudere l’anello passando dalla direttissima, una via molto suggestiva e ripida, il tratto va affrontato con giusta preparazione e concentrazione, visto il ripido pendio e la roccia molto friabile. Dopo circa 3 ore, il pendio inizia a spianare e in lontananza si intravede il Rifugio Celidonio al Passo S.Leonardo, fine della nostra escursione.