In questo articolo, ho deciso di dare spazio ad un ragazzo conosciuto per caso sul web, Mattia Vettorello. Viaggiatore, esploratore, fotografo, scrittore, amante della natura e dell’avventura allo stato puro.
Mattia ama viaggiare a passo lento, immergersi nel luogo esplorato, entrare a far parte della vita quotidiana e dei modi di fare delle persone, oltre i limiti culturali, il viaggio è solo l’inizio.
Chi è Mattia Vettorello?
Mattia è un ventiquattrenne con la voglia di esplorare il mondo attraverso delle avventure a passo lento. Sono nato a Conegliano nel 1990, iscritto al CAI Sezione di Conegliano, la montagna ha fatto parte della mia vita fin dall’infanzia, ma non era solo questo, dentro di me c’era il desiderio e l’interesse di andare oltre i confini cittadini, poi nazionali, poi europei. Ecco che ha diciotto anni intraprendo il primo vero viaggio, si potrebbe definire il “Viaggio 0”. Decisi in quattro e quattr’otto di partire per l’Australia, una terra di cui ancora oggi si conosce poco. Fino ad arrivare in questo preciso istante mentre vi sto scrivendo con l’ultima avvenuta in Islanda.
Il tuo sito Frostscape accoglie i visitatori con un messaggio importante: “la natura non ci appartiene, siamo noi che apparteniamo alla natura”, da dove nasce il tuo progetto e dove vuole arrivare?
Lo si può evincere proprio dalla frase di benvenuto. Il progetto Frostscape nasce dalla necessità di (ri)trovare il contatto con la natura (necessità innata dell’uomo) e di rispettarla.
Si aggiunge il bisogno di andare oltre ai paletti che la società di oggi impone totalitariamente, ignorando l’individualità di ciascuno. Uscire dalla noiosa frenesia societaria. Il ritrovarsi da soli in mezzo a Madre Natura permette di confrontarsi in primis con se stessi diventando quella figura di esploratore introspettivo che il progetto ‘Frostscape’ intende divulgare, uno capace di cogliere la completa essenza di ciò che incontriamo sulla nostra strada (persone, animali, paesaggi).
Il viaggiatore di oggi si rapporta con un mondo già perfettamente mappato, ispezionato ed esaminato. Ma non per questo conosciuto.
Per poter dire di conoscere si dovrebbe poter riattribuire al viaggio delle connotazioni introspettive e antropologiche. Questo l’obiettivo ultimo di Frostscape: riesumare l’essenza del viaggiare – il perdersi in se stessi, oggi tanto necessario e così ignorato, stare in mezzo alla natura e godere del privilegio del contatto diretto con gli elementi – e portarla su carta.
I viaggi che il progetto ambisce a realizzare sono tutti slow e local, ovvero a passo lento, pensati per immergersi nel luogo esplorato, entrando così a far parte della vita quotidiana e dei modi di fare delle persone, volendo andare oltre limiti culturali o vuoti stereotipi.
Le tue esplorazioni sono davvero notevoli e incredibili, affrontare le difficoltà di un viaggio alla ricerca della natura più incontaminata non è da tutti, ti è mai capitato di trovarti in difficoltà durante un tuo viaggio? Hai mai avuto paura?
Le difficoltà non possono non mancare, è da li che cresci ed impari. Sono come degli ostacoli, ognuno da superare per arrivare a tagliare la linea del traguardo con maggiore consapevolezza di ciò che si è fatto. Possono essere catalogati in una scala di difficoltà, e tutti preferiremo che…
Chi non ha paura? Alla fine dei conti siamo persone fatte di sentimenti. La paura si combatte concentrandosi e non lasciarsi prendere dal panico. Bisogna tenere il livello di concentrazione alto e ritornare a prendere il respiro con ritmo.
Prima di partire per un nuovo viaggio, come ti organizzi? Qual’è l’attrezzatura che reputi necessaria per poter affrontare una nuova avventura?
Ogni viaggio e ogni avventura hanno le loro specifiche preparazioni, ma alla base di tutto c’è la corsa e la resistenza.
Se non conosco una situazione provo ad immaginarmela inserendoci diversi Se e Ma in modo tale da avere un quadro completa da risolvere mentalmente. E quindi essere pronto, se dovesse accadermi per davvero, a uscire da una situazione sgradevole. Non si può mai essere sicuri al 100%, però almeno avere un’idea è sempre d’aiuto.
E per questo l’attrezzatura che porto sempre con me : un coltellino, del fuoco (fiammiferi/candela/accendino), fil di ferro, frontale, musica (mi piace ascoltare la mia musica e fantasticare davanti ad un paesaggio spettacolare).
Hai già pensato alla tua prossima tappa? Come decidi la prossima zona da esplorare? Hai una fonte d’ispirazione?
Semplice, vedo dove gli altri non vanno e prenoto il biglietto.